Tatuarsi la Dea Bendata
Tiche, o Tyche, era una divinità greca tutelare della fortuna, della prosperità e del destino.
Tiche era considerata come una delle Oceanine, figlie del Titano Oceano e della Titanide Teti, ma in altre versioni è la figlia di Ermes ed Afrodite. Non possiede un proprio mito, e non si narrano leggende su di essa. La Dea veniva raffigurata come una donna completamente nuda, con gli occhi bendati, che teneva nelle mani una cornucopia, simbolo di abbondanza, rovesciata, di cui essa spargeva a caso il contenuto. A volte teneva in braccio il giovinetto Pluto, Dio della Ricchezza.
Tiche fu accolta dai Romani sotto il nome di Fortuna, considerata colei che portava la fertilità e la fortuna, e le attribuivano come figlia la Necessità.
Fortuna era una divinità antica, forse precedente alla fondazione di Roma anche se i romani ne attribuivano l'introduzione del culto a Servio Tullio, il re che più, fra tutti, fu favorito dalla Fortuna, alla quale dedicò ben ventisei templi nella capitale, ciascuno con un'epiclesi diversa.
La dea della Fortuna era una importante divinità degli antichi romani, lei era ritenuta responsabile dei destini di tutti gli esseri umani. E’ comprensibile che alla dea Fortuna venne attribuito il culto più fastoso e prezioso nella speranza di attirarne i buoni auspici.
Con il trascorrere dei decenni, la dea Fortuna divenne più di una figura di fertilità, le donne romane non sposate univano le loro forze con la dea per cercare di attirare il compagno ideale. Sia nei grandi propositi legati alla fertilità e all'abbondanza che nei piccoli desideri, la dea fortuna gettava i dadi del destino nella vita dei romani in molte situazioni.
La Fortuna era una dea dal carattere doppio, ma sempre positivo (altrimenti si parlava di Sors, la sorte):
Uno intraprendente, cioè che aiutava a far andare bene le imprese.
Uno erotico (per il quale è rimasto il detto essere baciati dalla fortuna.
Il detto comunque "la fortuna è cieca" tende a far pensare al caso, alla sorte, quale modalità d'azione di questa divinità. Ma se Ella fosse stata veramente cieca, sarebbe stato più corretto raffigurarla direttamente senza occhi, piuttosto che con una benda. Quella benda implica che lei ci vede benissimo, e che la sua momentanea cecità è prodotta artificialmente, ed è necessaria per l'assolvere dei suoi compiti.
Tatuarsi la Dea Fortuna ci ricorda che la vita degli uomini è simile a una ruota che gira e l’idea che soggiace al termine è che il mondo risponda ad una legge di armonia, il bene compensa il “male” in egual misura, per cui persino i più inspiegabili e accidentali eventi fanno parte di un piano nascosto. Può anche rappresentare la buona sorte, ricchezza, felicità.
Abstract: La regione di Fortuna Tessera, sulla superficie di Venere, è stata così battezzata in onore della dea Fortuna.